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Taremi non sarà un “vice”, ma un co-titolare. Come giocherà l’Inter

L’arrivo di Medhi Taremi in nerazzurro non è in discussione. L’attaccante iraniano, il 30 giugno, si libererà definitivamente dal Porto e sarà finalmente e ufficialmente un giocatore dell’Inter. Le visite mediche sono state già svolte ed il contratto firmato, per cui manca soltanto l’annuncio ufficiale. Un innesto molto importante per Simone Inzaghi che avrà nella sua rosa di giocatori non solo un attaccante di livello assoluto e con esperienza anche europea, ma anche un elemento con caratteristiche che non sono presenti nella squadra interista.

Taremi centravanti totale: non solo gol, ma quanto gioco per i compagni

Dunque, Taremi, si appresta ad essere molto più che un rincalzo. I gol non gli sono mai mancati nel suo repertorio (anche se non è uno di quei bomber da 25 gol a stagione). Ma ciò che lo rende unico è il modo di connettersi con la squadra. Per fare un paragone utile a comprendere le sue caratteristiche, l’iraniano, per modo di stare in campo, si avvicina molto ad un ex nerazzurro come Edin Dzeko. E queste caratteristiche mancano nella rosa di Inzaghi. Per questo, Taremi, può essere un elemento facilmente adattabile ad ogni membro dell’attacco interista, potendo combinare bene le sue qualità, con quelle degli altri giocatori d’attacco.

Uomo sponda e regista offensivo: come Taremi può adattarsi a Lautaro e Thuram

I due attaccanti principi dell’Inter della stagione appena conclusa sono stati sicuramente Lautaro e Thuram. Il Toro è stato capocannoniere della Serie A, oltre ad esserne l’MVP. Il francese, invece, è stata la vera e propria sorpresa del campionato, per impatto e capacità in zona gol. Ed entrambi hanno delle caratteristiche particolari che possono adattarsi con Taremi. Lautaro, con la sua capacità di attaccare la porta, andrebbe a nozze con la capacità di creare spazi dalla trequarti in su di Taremi, maestro in quel tipo di movimenti. Thuram, dal canto suo, avrebbe molta libertà di poter attaccare la profondità e di saltare l’uomo per attaccare la porta e far male agli avversari. Un mix che, almeno sulla carta, sarebbe letale.

Taremi co-titolare, ma anche elemento utile per il turn-over: la simbiosi con la quarta punta nerazzurra e con… Mkhitaryan

Dunque, Taremi, come detto, non sarebbe un semplice elemento di rincalzo per Inzaghi, ma un giocatore utilissimo nel rapporto con i titolari e nella possibilità di poterli fare rifiatare. In questo senso, quando il tecnico nerazzurro ha avuto la possibilità di lavorare con un reparto offensivo più completo rispetto a quello dell’anno scorso, ha sempre alternato i giocatori nelle varie competizioni. E se dovesse ricoprire quest’ultima veste, il suo modo di stare in campo potrebbe adattarsi bene con la quarta punta nerazzurra. Se rimanesse Arnautovic, l’austriaco avrebbe maggiori compiti di coprire l’area e, dunque, di poter essere più utile in zona gol. Se la quarta punta dovesse essere Gudmunsson, ecco che l’islandese sarebbe capace di dare sfogo alla sua creatività e concretezza sottoporta, limitando il “lavoro sporco” (l’islandese è uno degli attaccanti che ha recuperato più palloni nell’ultima stagione). Ma occhio anche a Mkhitaryan, che il ds nerazzurro Ausilio ha investito come possibile mossa da quinta punta. La sua capacità di aggredire gli spazi si coniugherebbe a meraviglia come il lavoro di Taremi.

Insomma, un acquisto che sembra essere fatto a posta per valorizzare tutto il reparto offensivo nerazzurro. Inzaghi se lo gode e non vede l’ora di lavorarci, per provare a vincere ancora e a migliorare in campo europeo.

Gianfranco Rotondo

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