Gravina e la “grazia” a Lukaku: vi spiego perchè non posso gioire fino in fondo

La notizia del giorno è che Romelu Lukaku, destinatario degli ululati e dei cori razzisti della Curva juventina durante la sfida d’andata di Coppa Italia, è stato “graziato”.
Non fosse che la scelta di Gravina consentirà (salvo ulteriori puntate della telenovela) al belga di scendere in campo contro la Juventus, ci sarebbe veramente da ridere.
Prima l’annullamento dello stop alla trasferta per i tifosi bianconeri, poi il regio decreto Gravina che “riabilita” il bomber belga.
Primo caso nella storia in cui si grazia contemporaneamente la vittima e il carnefice, giusto per non far torto a nessuno.
Lukaku andava assolto, non graziato
Eppure, amici interisti, nonostante l’idea di avere un Big Rom iper-motivato in campo contro la Juventus mi intrighi e non poco, gioire in questo momento mi risulta particolarmente difficile.
Non riesco a digerire l’amaro boccone, non riesco ad accettare l’idea che si debba ricorrere ad una irrituale “grazia” per fare, scusate il gioco di parole, giustizia.
Lukaku andava assolto con formula piena per non aver commesso il fatto, non graziato a sentenza passata in giudicato.
A Lukaku andava applicata la causa di non punibilità della legittima difesa, non l’attenuante della provocazione.
Questa non è giustizia, questo è l’ennesimo pasticcio all’italiana a firma di un sistema calcio sempre più alla deriva.